METODO VTA

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Il VTA (Visual Tree Assessment) è una metodologia di indagine utile ad esaminare le caratteristiche morfologiche e strutturali di un albero per individuarne eventuali difetti strutturali.

Il metodo VTA si svolge in tre fasi:

Controllo visivo. L’indagine visiva viene effettuata valutando l’albero nella sua completezza considerandone gli aspetti morfo-fisiologici e le sue caratteristiche biomeccaniche. Il metodo VTA prevede un’analisi più approfondita solo per i soggetti che manifestano uno o più difetti.

Identificazione dei difetti. Se vengono riscontrati dei sintomi, questi vengono esaminati per mezzo di un’indagine più approfondita per stimarne la localizzazione e la sua espansione assiale con strumenti quali il martello ad impulsi, il Resistograph®, il tomografo sonico, o il frattometro.

Dimensionamento del difetto. Attraverso la misurazione dello spessore residuo sano della sezione trasversale della parete. Come fattore di sicurezza per alberi in piena vegetazione viene assunto il valore t / R maggiore od uguale a 0,3 (dove t è lo spessore della parete residua sana e R è il raggio del tronco nel punto della misurazione). Se il valore è minore vi può essere un alto rischio di cedimento strutturale.

Classi di Propensione al Cedimento CPC

La S.I.A. (Società Italiana di Arboricoltura) ha modificato alcuni anni fa il la classificazione, sostituendo la precedente FRC (Failure Risk Classification) con la nuova CPC (Classi di Propensione al Cedimento)Una delle novità introdotte con questo cambiamento è consistita nell’aver separato il concetto di pericolosità dell’albero (che viene determinato con la valutazione della stabilità VTA) dal rischio (che dipende dal bersaglio eventualmente coinvolto dallo schianto o dalla rottura dell’albero). La verifica della stabilità di un albero ha come fine l’attribuzione di una Classe di Propensione al Cedimento

Classe A

Pericolosità
trascurabile

Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, non manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a cinque anni.

Classe B

Pericolosità
bassa

Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti lievi, riscontrabili con il controllo visivo ed a giudizio del tecnico con indagini strumentali, tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero non si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a tre anni. L’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico.

Classe C

Pericolosità
moderata

Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti significativi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia sensibilmente ridotto. Per questi soggetti è opportuno un controllo visivo periodico, con cadenza stabilita dal tecnico incaricato, comunque non superiore a due anni. L’eventuale approfondimento diagnostico di tipo strumentale e la sua periodicità sono a discrezione del tecnico. Per questi soggetti il tecnico incaricato può progettare un insieme di interventi colturali finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e, qualora realizzati, potrà modificare la classe di pericolosità dell’albero.

Classe C/D

Pericolosità
elevata

Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia drasticamente ridotto. Per questi soggetti il tecnico incaricato deve assolutamente indicare dettagliatamente un insieme di interventi colturali. Tali interventi devono essere finalizzati alla riduzione del livello di pericolosità e devono essere compatibili con le buone pratiche arboricolturali. Qualora realizzati, il tecnico valuterà la possibilità di modificare la classe di pericolosità dell’albero. Nell’impossibilità di effettuare i suddetti interventi l’albero è da collocare tra i soggetti di classe D.

Classe D

Pericolosità
estrema

Gli alberi appartenenti a questa classe, al momento dell’indagine, manifestano segni, sintomi o difetti gravi, riscontrabili con il controllo visivo e di norma con indagini strumentali. Le anomalie riscontrate sono tali da far ritenere che il fattore di sicurezza naturale dell’albero si sia ormai, quindi, esaurito. Per questi soggetti, le cui prospettive future sono gravemente compromesse, ogni intervento di riduzione del livello di pericolosità risulterebbe insufficiente o realizzabile solo con tecniche contrarie alla buona pratica dell’arboricoltura. Le piante appartenenti a questa classe devono, quindi, essere abbattute.

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